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"Paese mè, 'n te pozze mai scurdà ...".Le semplici, toccanti parole della celeberrima canzone popolare abruzzese "Paese mè", del M.o Antonio Di Jorio, sono l'espressione più genuina per descrivere il profondo ed indissolubile vincolo affettivo che lega ogni uomo, per tutta la sua esistenza, al paese natio.

Questo sito è dedicato a tutti gli abruzzesi che vivono lontano dalla loro terra e si propone, per quanto possibile, di offrire loro le immagini più significative dei luoghi in cui hanno visto la luce e mosso i primi passi.
     
     
     
     
     
     
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Provincia dell'Aquila

N.B.
La maggior parte delle foto pubblicate su questa sezione del sito dedicata alla provincia aquilana sono state realizzate prima del catastrofico terremoto del 6 Aprile 2009.

La provincia aquilana è la più estesa della regione, e, pur essendo l’unica a non avere accesso diretto al mare, compensa questa mancanza con le numerose ricchezze storico-culturali, turistiche e naturalistiche disseminate su tutto il suo territorio, che, bisogna ricordarlo, vede ben tredici piccoli centri inseriti nel prestigioso Club de "I Borghi più belli d’Italia" .

A difesa della Natura sono presenti: il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, il più antico d'Italia, grazie al quale sono state salvate dall’estinzione diverse specie, tra cui il Lupo appenninico, il Camoscio d'Abruzzo (Rupricapra Ornata, considerato il più bello del mondo) e l’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), tutti tornati nuovamente a vivere sull’Appennino abruzzese; il versante occidentale del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga, con l’altopiano di Campo Imperatore (l'immenso altopiano carsico posto a 1.800/2.100 m. di altitudine e soprannominato "il piccolo Tibet") e il lago di Campotosto; parte del Parco Nazionale della Maiella, che con il Monte Amaro (2.795 m.) ospita la seconda cima appenninica; il Parco Regionale Sirente-Velino, nel quale scorre il fiume Aterno, considerato il più freddo d'Italia; e, infine, la Riserva Naturale "Zompo lo Schioppo", caratterizzata dalla cascata naturale più suggestiva dell’Appennino. Tutti luoghi incantati nei quali l’uomo è solo uno degli abitanti e non il padrone…

Per gli amanti dello sci, che sia di fondo o discesa non importa, la Provincia dell’Aquila è ricca di piste innevate a Campo di Giove, Campo Felice, Campo Imperatore, Ovindoli, Pescasseroli, Rivisondoli, Roccaraso, Scanno, etc.

Molte sono le località della provincia che custodiscono tesori e testimonianze di inestimabile valore storico-artistico, ad iniziare dal capoluogo di regione L’Aquila, che si è meritato i prestigiosi appellativi di "Firenze d'Abruzzo" e "Salisburgo d'Italia". Nella città abbondano palazzi nobiliari che risalgono, perlopiù, al periodo che va dal XV al XVIII secolo e spettacolari sono le numerosissime chiese che impreziosiscono le vie cittadine con le loro facciate antiche e i campanili sonori, mentre con imponenza si erge il cinquecentesco Forte Spagnolo, che si conservava ancora intatto prima del sisma dell'Aprile 2009.

Tanti altri sono i centri  ricchi di storia, cultura e tradizioni presenti sul territorio aquilano: Scanno e il suo lago naturale; gli stupendi borghi medievali di Castelvecchio Calvisio, Fontecchio, Pacentro, Pescocostanzo e S. Stefano di Sessanio; Fossa e la sua necropoli; la preromana Amiternum; la storica Corfinio, che fu capitale, con il nome di “Italia”, dei popoli italici insorti contro Roma; Cocullo e i suoi serpari; Celano, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio; le grotte di Stiffe; Castel di Sangro; il borgo fortificato di Castel del Monte; la religiosa Sulmona e i suoi confetti; solo per citarne alcuni.

Ma quando io penso al territorio della Provincia dell’Aquila, m’immagino uomo, individuo, essere umano, solo, al centro della Piana di Navelli, di una Piana di Navelli com’era allora…senza il nero asfalto che l’attraversa oggi…e, ruotando lo sguardo intorno a me vedo tutti i borghi arroccati sulle irte alture, con gli abitanti affaccendati nella loro vita quotidiana che, come formiche, s’impegnano ad immagazzinare risorse per resistere all’inverno e agli invasori. Scorgo la pianta quasi circolare di Capestrano e il suo castello, San Pio delle Camere con il castello che accompagna la vallata del monte sul quale sorge, Navelli che veglia sui campi di zafferano profumato, Santo Stefano di Sessanio con la sua Torre medicea e le sue viuzze strette e attorcigliate, Calascio con i suoi archi e le sue finestre, e lassù, dietro quel monte, nascosto ma ben visibile nella mia mente, vedo Rocca Calascio… il suo Castello, posto ad oltre 1.500 m. di altitudine, con i quattro bastioni che si innalzano maestosi dal terreno pietroso, le mura intatte che circondano il borgo indaffarato, i cunicoli sotterranei per difendersi dagli invasori, i soldati che, con ronde costanti, scrutano le vallate alla ricerca di nemici dal destino segnato…E sono felice di essere abruzzese.

                                         D. F.

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